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36 - PERCORSI DI FILOSOFIA E LETTERATURA: " LA PATRIA DEL FRIULI "
Raccolta di saggi sulla Patria del Friuli
di
Francesco Lamendola
LA PATRIA DEL FRIULI
Le Chiese di Udine. I Friulani sono così. È pagana o cristiana l’anima friulana? La villotta friulana. Le indemoniate di "Verzegnis". In che lingua predicava padre Marco d’Aviano. Julius Kugy alpinista-poeta delle Alpi Giulie. Trieste o Trst?
ARCHIVIO: "LE CHIESE DI UDINE"
Archivio generale "Le chiese di Udine". Omaggio alle chiese natie. Un viaggio pensato per rendere omaggio alle singole chiese che hanno caratterizzato i momenti felici della nostra infanzia. Riflessioni e confronti con l'oggi.
(Vedi nel dettaglio a fine pagina)
Ciò che abbiamo perso e come possiamo ritrovarlo. Quando e perché abbiamo sbagliato strada? Chi è stato esattamente a perderla, e come mai il buon esempio delle passate generazioni non è stato sufficiente a metterci in guardia?
Ce biel ch’al è lâ a Messe (in friulano): che bella cosa è andare alla santa Messa, ce ne accorgiamo adesso che le chiese sono chiuse! Lo Stato ci ha abbandonati, non è stato in grado di proteggerci e "ci minaccia" e la Chiesa?
Udine, 18 gennaio 1905: "Un miracolo di padre Pio". Bilocazione? Ai Santi nulla è impossibile, perché "Nulla è impossibile a Dio". A una condizione però: assoluta purezza di cuore e offerta totale, incondizionata, al suo Volere.
Il segreto dei grandi amori è che non temono d’invecchiare. Si può amare una città, la propria città natale, più di una donna o più di qualsiasi altra cosa al mondo? Sì, se è un amore legato ai ricordi delle nostre persone care.
Ne va della nostra vita? Si vuole manipolare la mappa mentale delle persone per favorire il "consenso automatico": perchè la scelta dei nomi delle strade è un forte indicatore dello stato di onestà intellettuale di una società?
Bindo Chiurlo: ne avessimo ancora educatori così. Nato a Cassacco nel 1886 morì sotto le bombe alleate a Torino nel 1943: Bindo Chiurlo fu notevole poeta, critico letterario, storico, formatore di coscienze e maestro di umanità.
Carlo Sgorlon, per la cultura progressista "non esisteva". Nato a Cassacco il 26 luglio 1930 è morto a Udine il 25 dicembre 2009, il Friuli è stato ingrato nei suoi confronti: la cultura ufficiale non gli ha fatto alcun credito.
Ronchiettis 24 agosto 1965 festa di san Bartolomeo apostolo."Sì o Signore io sono tuo io ti sarò sempre fedele qualsiasi cosa accada". Non vi è promessa più sacra e solenne di quella che viene formulata negli anni dell’infanzia.
Giuseppe Zaffonato un arcivescovo nella tempesta. E' stato arcivescovo di Udine succedendo a monsignor Nogara dopo essere stato vescovo di Vittorio Veneto: 3 lustri che videro mutare radicalmente il volto della società friulana.
Racconti. C’è una sorpresa in serbo per chi, percorrendo uno degli angoli più tranquilli e romantici della Mitteleuropa, abbia lasciato Udine in direzione dell’anfiteatro di colline moreniche che la avvolgono da nord.
Il Friuli ? Non è più lui è diventato un altro, pressoché irriconoscibile. Non è più il Friuli nel quale siamo nati, che abbiamo tanto amato, e non sono più i Friulani, che abbiamo conosciuto nonostante i loro numerosi difetti.
«Ma di’ soltanto una parola ed io sarò salvato». La parola primigenia cui aspiriamo inconsciamente. Biagio Marin poeta gradese. La parola un mistero bellissimo e tremendo, intorno al quale ruota tutta la nostra esistenza.
E ancora, nel sole, lungo l’amato Viale Vat. Per i bambini, essenziale è la poesia, essenziale è il mistero della bellezza. E' il meraviglioso mondo dell’infanzia e della prima adolescenza quando tutto appare possibile.
Sapere di volere, ma non avere cosa "volere", il dramma esistenziale di Carlo Michelstaedter. Uno dei libri «anomali», che più hanno influenzato e testimoniato la crisi della coscienza europea nella cosiddetta "belle époque".
Una pagina al giorno: "così muore un paese", di Alcide Paolini. Abbiamo scelto uno dei libri meno conosciuti del friulano Alcide Paolini, scrittore che ha conosciuto un momento di discreta notorietà negli anni Settanta.
Libertà e responsabilità dell'uomo di P. Margreth. Di monsignor Pasquale Margreth, importante figura della vita culturale e spirituale friulana scomparso ormai da non pochi anni le nuove generazioni non sanno praticamente nulla.
Non lavorano? L’epos del lavoro e la vita come teleologia nella «Conchiglia di Anataj» di Carlo Sgorlon. La narrativa “fantastica, mitica e simbolica” del romanziere friulano Carlo Sgorlon, così legato alla sua “piccola patria”.
Una pagina al giorno: "L'incontro con la Clautana" di Carlo Sgorlon. Abbiamo scelto di presentare questa pagina del romanzo "Gli dei torneranno", perché ci è sembrato che essa riunisca alcune delle migliori qualità dell'autore.
Un poeta carnico pochissimo conosciuto a livello nazionale, ma che meriterebbe maggiore attenzione da parte della critica e del pubblico: Siro Angeli. Una pagina al giorno: Una «Vita nuova» dei nostri giorni, di Siro Angeli.
Vecchio Friuli. Quel viadotto incompiuto in Viale Vat come un soffio di cose strane e lontane. Mi accade anche oggi di sentire che qualcosa non è al suo posto; di avvertire una esitazione, un interrogativo, davanti a certe cose.
Le dimensioni del sacro e del ricordo s'intrecciano al quotidiano nella poesia di Biagio Marin. Pochi lo conoscono in Italia, il motivo è che egli in tutta la sua lunga vita si è sempre mantenuto fedele al suo dialetto gradese.
Anche negli studi su Odorico da Pordenone aleggia un massonico odor di bruciato. Come nel caso di Marco Polo, anche per Odorico da Pordenone esiste una nutrita schiera di storici mirante a "screditarne la figura".
Le indemoniate di Verzegnis: un caso che sfida la «scienza» psichiatrica. In Carnia decine di donne sembrano in preda alla possessione demoniaca: urlano schiumano imprecano si rotolano in terra ed emettono suoni raccapriccianti.
Il dramma religioso politico, e umano di Francesco Isola vescovo di Concordia. Quante cose ci sarebbero da sapere, ma delle quali il pubblico italiano è stato tenuto all’oscuro, per una serie di ragioni più o meno nobili.
Uno almeno c’era: ricordo di Mario Rizzatti maestro friulano ultracinquantenne che non essendo nemmeno un fascista fanatico dopo l’8 settembre non volle condividere l’obbrobrio del voltafaccia e della resa incondizionata.
In che lingua predicava padre Marco d’Aviano, visto che lo capivano genti diverse? Forse il segreto del famoso frate cappuccino era, semplicemente, il segreto stesso del Vangelo: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete.
Una curiosità: quando i nazisti progettavano lo Stato del Friuli con Marco d’Aviano quale nume protettore. È una cosa abbastanza nota che gli Italiani conoscono poco la propria storia, e il proprio patrimonio culturale.
Una pagina al giorno: la fine dei sogni d'Ippolita di Elio Bartolini. Bartolini la strana figura di narratore e filologo classico poco conosciuto fuori dalla cerchia della sua patria friulana eppure scrittore di respiro europeo.
Una pagina al giorno: un nome suggestivo ! Sul Danubio, Le Porte di Ferro, di Claudio Magris. Nell'era della globalizzazione senz'anima e senza radici, è importante tornare a riflettere sull'importanza dei fiumi d'Europa.
Julius Kugy (Gorizia 1858-1944) la figura sobria, dignitosa e ispirata di un pioniere dell'alpinismo nelle Alpi Giulie, al quale è stato anche innalzato un monumento in bronzo ai piedi del suo amatissimo Monte Tricorno.
Iniziamo questa rievocazione della poesia di Emilio Girardini partendo dalla figura austera e dignitosa del vecchio poeta ormai cieco da molti anni così come l’ha ricordata il giornalista udinese Renzo Valente.
Vogliamo cercar di capire cosa Dante pensasse del confine nord-orientale, delle sue genti e dei loro dialetti, quali luoghi abbia visitato, quali conosciuto per via indiretta; quali tracce del suo passaggio vi abbia lasciato.
Anton Lazzaro Moro il mistero d’una carriera non realizzata. E' uno dei maggiori naturalisti europei del 18° secolo il cui nome è ancora oggi poco conosciuto tranne nel suo paese d’origine: San Vito al Tagliamento.
La « villotta » friulana, esempio di lirica popolare ingoiata e dispersa nel gran nulla della modernità. La villotta è una composizione polifonica ed è la più tipica manifestazione della letteratura orale del vecchio Friuli.
Un omaggio d’amore alla città natale. La città in cui si è nati conserva per sempre un fascino misterioso, delicatissimo, simile quello per la propria madre: la città, infatti, in un certo senso ci è anche madre.
È pagana o cristiana l’anima friulana? Posta così la domanda potrebbe sembrare quanto meno strana siamo nel terzo millennio: che senso ha domandarsi se una società sia pagana o cristiana, ma cosa vuol "anima friulana"?
Una Bibbia tradotta per il popolo dev’essere per forza una Bibbia “rivoluzionaria”? È un vero peccato che in tante parti del mondo l’accecamento ideologico sessantottesco abbia cancellato la limpidezza del messaggio cristiano.
Il duomo romanico-gotico di Udine ha un cuore in puro stile settecentesco. Non è certo un caso eccezionale tuttavia è uno degli esempi più eclatanti di come il lavorio della storia possa alterare la struttura originaria.
Il decollo dell'economia friulana: un compromesso riuscito fra tradizione e modernizzazione. Il modello economico sviluppista e le esigenze autentiche della popolazione: un problema di antropologia culturale.
Pordenone: Piccola, splendida città sospesa fra le nuvole e l’orizzonte. Quando l’insieme delle pietre, delle piante, della luce, dei paesaggi, della lingua, degli odori, dei suoni, della cucina, parla direttamente all’anima.
Caterina Percoto alle cascate di Salino, meraviglia naturale della Carnia. Caterina Percoto è stata una importante scrittrice friulana della seconda metà dell’Ottocento: nacque a San Lorenzo di Soleschiano nel comune di Manzano.
Gorizia o il dramma di un’Europa imbelle e dimentica di se stessa. Si ha un bel parlare, oggi, di una Gorizia “città europea”, come se l’epoca dei nazionalismi fosse morta e sepolta e le tragedie recenti fossero già dimenticate.
Che cos'è la patria per uno scrittore friulano contemporaneo: Riedo Puppo 1920-2002. Quando un Friulano dice: «la patria» non pensa affatto all'Italia ma alla sua patria: il Friuli che è fatta di terra paesi gente e tradizione.
Trieste o Trst? La faziosità soft della nuova storiografia slovena sulla Venezia Giulia. Dalle foibe alla fuga di 400.000 italiani dopo la II guerra mondiale l’antico aggressivo nazionalismo slavo cambia il pelo ma non il vizio.
Una pagina al giorno: « Pre Celest » di Antonio Bellina. 47 libri pubblicati, tutti rigorosamente in lingua friulana - dalle riflessioni sulla pastorale e sulla friulanità, alla traduzione delle favole di Esopo alla Bibbia.
Ricordo di Giulio Quaglio, pittore barocco che ha lasciato tante opere a Udine e in Friuli. Comasco della Val d’Intelvi (Laino, 1668- Laino, 1751) ove tornò a morire dopo una prestigiosa carriera itinerante.
Quell’anticha chiesetta in mezzo ai pini a 2 passi dalla spiaggia affollata. C’è una sorpresa per il turista che sceglie di trascorrere le vacanze estive a Lignano fra la Pineta e Sabbiadoro: una chiesetta medievale "autentica".
Un quadro al giorno: «Forni di Sotto» di Luigi Diamante (1930). Nato a Udine nel 1904 e morto a Fossalta di Portogruaro nel 1971 «Quattro segni!» era il suo motto fu un maestro non solo nell'arte, ma anche nella vita .
La Resurrezione di G. B. Tiepolo nel Duomo di Udine (1754 ca.). Tiepolo (nato Venezia 1696 e morto a Madrid nel 1770), che ha affrescati anche i saloni del Palazzo Dolfin, sede dell'Arcivescovado del capoluogo friulano.
Sul filo della memoria, con la «marilenghe», nell’antica chiesetta in cima al colle. Era quasi sempre chiusa e i ragazzi vi passavano davanti, salendo l’ultima rampa di scale che immetteva sullo spiazzo del castello . . .
Abbiamo cambiato il volto delle nostre città fino a renderle irriconoscibili. Pordenone una piccola città del Friuli occidentale. Chi ama una città e possiede gusto e sensibilità può ritrovare in certi angoli il passato.
Si va verso il villaggio globale e i tratti specifici delle realtà locali vanno sparendo come forse si è pian piano dissolta l’anima del vecchio Friuli. O no: il carattere d’un popolo fiero è indistruttibile nonostante tutto.
FRIULI, 1496: L'ANNUS MIRABILIS
In quell’anno vennero realizzati 2 capolavori dell’arte che aprirono ufficialmente una nuova stagione artistica quella umanistico-rinascimentale: il Sangue di Cristo di Vittore Carpaccio e la Madonna col Bambino di G.B.Cima.
ARTICOLI DA ALTRE PAGINE
Povera mamma e povero papà, tutta una vita dedicata alla scuola: che direbbero oggi, se vedessero cosa la scuola è diventata? Ci hanno insegnato a lottare, per fare ciò che è giusto e con cristiana benevolenza verso il prossimo.
La bellezza è nelle cose o nello sguardo che la scorge? E da dove nasce? La bellezza non è forma, ma sostanza delle cose, culto reso a Dio è questo e non altro: verità e bellezza nell’inchinarsi di fronte al Mistero più grande.
CINEMA FRIULANO
Un film al giorno: Gli ultimi di Vito Pandolfi e David Maria Turoldo 1963. Gli attori tutti non professionisti erano gli abitanti di Coderno di Sedegliano in provincia di Udine ove padre Turoldo era nato il 22 novembre 1916.
Un film al giorno: «Maria Zef» di Vittorio Cottafavi (1981): è un film molto bello, che andrebbe visto per capire a fondo certi aspetti dell'anima carnica e friulana, così come I Malavoglia di Verga per quella siciliana.
ENOGASTRONOMIA FRIULANA
Mezz’oretta al bar, ovvero una lezione all’università della vita. Elegia del vecchio bar di quartiere, luogo di socialità e di profonda umanità. Addio alla vecchia osteria, di Renzo Valente. Fare filosofia alla tavola da pranzo, magari davanti a un buon piatto di brovada. Nelle vecchie osterie di quartiere sopravvive l’anima genuina delle città. Rino Domenicali
Mezz’oretta al bar ovvero una lezione all’università della vita. Quante cose s’imparano dalla vita quotidiana dalle situazioni spicciole e apparentemente insignificanti ascoltando le persone che lavorano.
Elegia del vecchio bar di quartiere, luogo di socialità e di profonda umanità. In breve, il piccolo commercio è ormai quasi relegato nell’album dei ricordi e i luoghi deputati alla socialità si riducono settimana dopo settimana.
Nelle vecchie osterie di quartiere sopravvive l’anima genuina delle città. Parliamo della rarefazione delle vecchie osterie di quartiere che popolavano numerose i borghi cittadini fino a qualche anno fa e che ora sono rare.
Fare filosofia alla tavola da pranzo magari davanti a un buon piatto di brovada: è un fatto che il buon bere e il buon mangiare quando non degenerino possono riservare piacevoli sorprese: anche nel campo del pensiero filosofico.
«Cena a Talmassons», di Rino Domenicali. Già da diversi anni ci ha lasciato il professor Rino Domenicali, nato a Portogruaro nel 1920 ma vissuto fra Codroipo e Udine, insegnante di lettere per moti anni nel capoluogo.
La graduale scomparsa delle vecchie trattorie è un indice della caduta di civiltà. Il modo migliore per sostenere i vecchi locali tipici è proprio quello di frequentarli: di resistere alle tentazioni delle mode straniere.
Addio alla vecchia osteria, di Renzo Valente. Crediamo che il nome di Renzo Valente non dica niente a chi non è friulano, a chi non è udinese; e, forse, neanche a molti friulani e udinesi delle ultime generazioni.
LE CHIESE DI UDINE
Omaggio alle chiese natie. Un viaggio per rendere omaggio alle chiese che hanno caratterizzato i momenti felici della nostra infanzia e per riflettere sul presente della Chiesa.
di
Francesco Lamendola
Sia fatta luce (Genesi).
Facciamo finalmente un po' di chiarezza sulla situazione di degrado della Chiesa di Cristo, la Chiesa di Dio, ai giorni nostri; partendo dallo status quo delle chiese di Udine: modello che per molti aspetti, che può riguardare tutte le città d'Italia.
La Chiesa, come madre amorosa, ci ha trasmesso la conoscenza della Verità allorquando, negli anni dell’infanzia, non eravamo in grado di capire tutto e di dare un assenso pienamente cosciente e maturo alla fede che ci veniva trasmessa. Come dice san Paolo (1 Cor 13, 9-11): La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. Quand'ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l'ho abbandonato. E adesso anche noi, divenuti uomini, abbiamo abbandonato ciò che era da bambini; ma la verità ricevuta da bambini, la fede ricevuta da bambini, quelle no, non le abbiamo abbandonate, anzi, dopo molto viaggiare e cercare, e dopo essercene anche allontanati, le abbiamo ritrovate, e abbiano trovato in esse tutto ciò che un cuore leale, un’anima onesta e una mente assetata del vero, possono desiderare e tutto ciò che possono umanamente ricevere, pur senza arrivare a capire ogni cosa sino in fondo, perché vi sono delle cose che, in questa vita, bisogna accettare anche senza capirle, così, per fede, come appunto il bambino accetta alcune verità dai suoi genitori, anche se non le capisce, e anche se, per taluni aspetti, gli riescono dure o perfino sgradevoli: e tuttavia le accetta con piena fiducia, perché ha piena fiducia in coloro che gliele impartiscono. Atto sublime, che è l’essenza dell’amore: accettare ed accogliere tutto, non perché tutto sia chiaro ed evidente, ma perché merita fiducia piena e assoluta la persona che ne fa dono.
La Chiesa, come madre amorosa, ci ha trasmesso la conoscenza della Verità.
Strano destino, comune, però, a quello di tante altre persone: giunti all’età adulta e ritornati con piena fiducia e convinzione alle verità ricevute nell’infanzia, così come si torna, con i piedi piagati, le membra stanche e le labbra riarse, dopo un lungo ed inutile viaggio, al giardino bellissimo degli anni lontani, lo si ritrova in uno stato di completo abbandono e di totale desolazione: le erbacce che crescono ovunque, le fontane disseccate, mucchi di pietre e rifiuti al posto delle aiole fiorite e delle siepi profumate di bacche dai vivi colori. Non solo. I custodi del giardino non se ne sono andati, sono sempre lì: ma che fanno, invece di tenerlo pulito ed in ordine, invece di annaffiare e potare le piante, invece di allontanare gli animali al pascolo e le fiere selvagge che vi si aggirano liberamente, lo sporcano e lo rendo un luogo malsicuro? Trascurando il loro dovere, si son messi a dormire beatamente, chi qua, chi là; oppure hanno fatto amicizia con briganti, prostitute e spacciatori, che infestano il giardino e lo usano per le loro ignobili attività; oppure ancora, una parte di essi si è auto-proclamata non più custode, ma proprietaria del giardino, e, in nome di un supposto diritto di proprietà, ha deciso di lasciarlo andare in malora, senza però avere il coraggio di chiamar le cose con il loro nome, bensì asserendo che il suo disinteresse, la sua trascuratezza e la sua accidia sono il frutto di una nuova consapevolezza, di un atteggiamento più maturo, di una coscienza più adulta, e che sarebbe puerile montare la guardia al giardino, accudirlo e curarlo come facevano le passate generazioni, perché il giardino, come ogni altra cosa, è fatto per godere le gioie della vita, e non bisogna caricarsi di troppi doveri e di eccessive fatiche, ma si ha il diritto, al contrario, di concedersi tutti quegli svaghi e tutte quelle soddisfazioni che rispondono ai desideri del proprio cuore, senza andar tanto per il sottile e vedere se siano conformi, oppure no, al proprio dovere e alla legge del vero, del giusto, del buono e del bello. Quei guardiani infingardi, cialtroni, traditori, si sono macchiati del crimine peggiore: hanno trasformato il proprio dovere in una vita di ozio, di furberia da quattro soldi, e si son fatti una nuova legge, ritagliata sulla misura dei loro vizi: una legge in base alla quale non è colpa lasciare che il giardino si trasformi in una landa selvaggia e spinosa, ma, al contrario, è cosa buona e giusta, perché non ci devono più esser giardini o luoghi privilegiati, ma tutta la terra deve esser egualmente accogliente, deve essere fatta su misura per i bisogni dell’uomo, e questi bisogni ciascuno ha la facoltà di ritagliarseli a suo modo e secondo il suo gusto, fosse pure calpestando ogni legge umana e divina.
Dall’insieme di queste riflessioni speriamo che possa scaturire un quadro d’insieme che valga a rincuorare, incoraggiare, rianimare tutti i viandanti che, come noi, avevano diretto i loro passi verso il giardino, ricordandolo com’era una volta, e che sono rimasti traumatizzati e angosciati nel vederlo a tal segno deturpato, e quasi irriconoscibile.
Che fare, a questo punto, dopo aver affrontato, assorbito e metabolizzato la fase della cocentissima delusione, se non quello che qualsiasi figlio devoto e pietoso farebbe con la sua vecchia madre, se la trovasse abbandonata sul ciglio di una strada, coperta di sporcizia, derisa e sbeffeggiata da tutti i passanti, e soprattutto dagli amici di un tempo? Che fare, se non chinarsi su di lei, ripulire con un fazzoletto umido il suo volto disfatto, aiutarla a rialzarsi e mormorarle dolci parole di amore e d’incoraggiamento, non perché ella sia amabile e desiderabile come si è purtroppo ridotta, ma in nome del bene che ci ha voluto e del bene che ci ha fatto, quando eravamo piccoli e ancora ignari del mondo, e bisognosi di tutto? Non è forse per merito suo se abbiamo appreso i rudimenti di quella verità che, poi, ci ha permesso di procedere nella vita, di orientarci e di trovare, alla fine, la direzione giusta? Non abbiamo pertanto un debito nei suoi confronti, che niente e nessuno potranno mai cancellare, sino a quando non le avremo reso il bene ricevuto e fatto quanto è in nostro potere per sanare le sue piaghe e ripulire la sua sporcizia? Che razza di figli saremmo, come potremmo mai guardarci allo specchio senza arrossire, se ora la piantassimo in asso, se proseguissimo per la nostra strada, facendo finta di non vederla, o, non potendo negare d’averla vista, facendo finta di non riconoscerla? Che razza di vermi saremmo, che sottospecie di spregevoli individui dimostreremmo di essere, senza fede né onore, se ci comportassimo in un tal modo? Ed ecco che è nata, in noi, l’idea di restituire un po’ di quella tenerezza, di quella dolcezza e di quella verità che abbiamo a suo tempo ricevuto; di rendere testimonianza a quella donna infelice, che ci ha voluto bene e alla quale anche noi abbiamo voluto bene, non per ciò che essa è diventata oggi, ma per ciò che era allora e che forse, anche per merito del nostro amore, della nostra riconoscenza e della nostra sollecitudine, potrà un giorno tornare ad essere: bella, pura e forte, con lo sguardo limpido rivolto in avanti, pieno di fede, come la ricordavamo nei giorni del nostro esilio, allorché, pieni di ardente nostalgia, sognavamo di ritornare al giardino fiorito e profumato della nostra infanzia. Poiché la Chiesa, nel momento in cui accoglie l’anima di un bambino, si manifesta in una serie di persone, di situazioni e di luoghi; e poiché la mente di un bambino non coglie, se non in maniera assai vaga, i concetti astratti, ma si lega alle cose concrete, e pensa per immagini: per tale motivo, abbiamo pensato di rendere omaggio alle singole chiese che hanno caratterizzato i momenti felici della nostra infanzia, nella città natale che poi abbiamo lasciato, ma che non abbiamo mai scordato e alla quale è sempre ritornato il nostro pensiero, con amore immutato e con nostalgia sempre più acuta. Abbiamo pensato di abbinare ad ogni chiesa ricordata, un pensiero, una riflessione legata alla fede, alla condizione in cui si trova la Chiesa oggi, alla nostra viva speranza che il bellissimo giardino possa tornare a fiorire, dopo essere stato ripulito dalle pietre e dalle erbacce, e liberato dalla molesta presenza di frequentatori volgari e grossolani, che vi entrano solo per insozzarlo e per condurvi traffici illeciti, di natura equivoca. Dall’insieme di queste riflessioni speriamo che possa scaturire un quadro d’insieme che valga a rincuorare, incoraggiare, rianimare tutti i viandanti che, come noi, avevano diretto i loro passi verso il giardino, ricordandolo com’era una volta, e che sono rimasti traumatizzati e angosciati nel vederlo a tal segno deturpato, e quasi irriconoscibile; e anche per aiutare a riscuotersi quei guardiani infedeli i quali, per pigrizia, viltà e conformismo, hanno trascurato nella maniera più vergognosa i loro doveri, forse senza rendersi del tutto conto dello stato di abiezione in cui loro stessi sono caduti, dacché hanno contribuito, con la loro colpevole remissività, a far sì che il giardino venisse profanato e, metaforicamente, stuprato. Tale, almeno, è il nostri auspicio, ed è con questa intenzione e con questo stato d’animo che prendiamo, come si diceva una volta, la penna, e ci mettiamo all’opera.
Vi sono delle cose che, in questa vita, bisogna accettare anche senza capirle, così, per fede, come appunto il bambino accetta alcune verità dai suoi genitori, anche se non le capisce.
O M A G G I O A L L E C H I E S E N A T I E
A R C H I V I O G E N E R A L E A R T I C O L I
01 - L'ANGELO AGNULUT BENEDICENTE
I - Omaggio alle chiese natie: l’Angelo benedicente. Un viaggio pensato per rendere omaggio alle singole chiese che hanno caratterizzato i momenti felici della nostra infanzia: l’Agnulut sintesi della nostra civiltà cristiana.
II - Omaggio alle chiese natie:"Santa Maria di Castello". E' la chiesa più antica, più appartata, più suggestiva e misteriosa della città: se ne sta appollaiata lassù verso il cielo da dove si spazia intorno su tutta la regione.
03 - DUOMO O CATTEDRALE?
III - Omaggio alle chiese natie.Tecnicamente non sarebbe un duomo ma una cattedrale, dedicata a Santa Maria Annunziata ciò non toglie che tutti a cominciare dai suoi parrocchiani lo hanno sempre chiamato semplicemente il duomo.
IV - Omaggio alle chiese natie: l’Oratorio della Purità. E' forse, insieme al Duomo, l’edificio più caro al cuore dei cittadini. Ma quale "Famiglia Cristiana" un tradimento è stato consumato ai danni della fede e della Chiesa.
05 - SANT'ANTONIO ABATE
V - Omaggio alle chiese natie: Sant’Antonio Abate. E' una delle più belle e meno conosciute, anche perché sconsacrata: passando davanti alla sua facciata l’anima prova come un brivido di esaltazione, di benessere e di felicità.
06 - LA CHIESA DI SAN FRANCESCO
VI - Omaggio alle chiese natie: San Francesco. La chiesa di San Francesco, presso l’ex convento dei Frati Minori, in severo e armonioso stile romanico, è certamente una delle chiese più care al cuore degli abitanti di Udine.
07 - LA CHIESA DI SANTA CHIARA
VII - Omaggio alle chiese natie: Santa Chiara. Questa piccola chiesa è una delle più antiche e, probabilmente, anche una delle meno conosciute dagli abitanti della città; siamo anzi certi che molti non l’hanno mai visitata.
08 - CHIESA DI SAN PIETRO MARTIRE
VIII - Omaggio alle chiese natie: San Pietro Martire. Era, dal 1285 e al tempo della nostra infanzia, la chiesa dei domenicani: i fedeli animati da una viva aspettazione erano così numerosi, che non si trovava un posto a sedere.
09 - LA CHIESA DI SAN CRISTOFORO
IX - Omaggio alle chiese natie: San Cristoforo. Era sede di una parrocchia cittadina, che è stata soppressa nel 1986 e incorporata in quella del Duomo. Ristrutturata, dal 2002 è divenuta sede di una parrocchia romena ortodossa.
10 - CHIESA DI SAN GIORGIO MAGGIORE
X - Omaggio alle chiese natie: San Giorgio Maggiore. Dalla bella facciata settecentesca riuscitissimo equilibrio fra classicismo e barocco è sita in Borgo Grazzano: luogo incantevole che prima degli anni '50 ricordava i navigli.
11 - LA BEATA VERGINE DEL CARMINE
XI - Omaggio alle chiese natie: Beata Vergine del Carmine. Con 2 entrate modeste, quasi elusive, difficilmente si crederebbe trattarsi di una delle chiese più importanti di Udine. La grandezza incomparabile di don Divo Barsotti.
XII - Omaggio alle chiese natie: San Giacomo. Solo nominandola si ha un affetto istintivo: nonostante per le mappe stradali è Piazza Matteotti per gli abitanti di Udine sarà sempre e solo Piazza san Giacomo con relativa chiesa!
XIII - Omaggio alle chiese natie: Madonna delle Grazie. L’intitolazione sarebbe alla Beata Vergine delle Grazie, ma tutti, in città la chiamano sempre e solo la Madonna delle Grazie, o meglio in friulano "la Madone di Gracie".
XIV - Omaggio alle chiese natie: il Redentore. La chiesa del Santissimo Redentore e Santa Lucia non può non risultare simpatica perché ben riflette una caratteristica essenziale dell’anima friulana la modestia e la riservatezza.
XV - Omaggio alle chiese natie: San Quirino. Una follia del Concilio Vaticano II. L’avere accostato brutalmente la chiesa barocca del 1600 e quella del tardo 1900 ha prodotto un risultato di assurda e incomprensibile dissonanza.
XVI - Omaggio alle chiese natie: Santa Maria della Neve. Siamo certi che quasi nessuno sa che la dedicazione della chiesa di via Ronchi è a Santa Maria della Neve: per la gente quella era semplicemente, la chiesa dei cappuccini.
XVII - Omaggio alle chiese natie: Santa Maria della Pietà. E' la cappella del palazzo oggi della Cassa di Risparmio: bellissimo ambiente barocco pieno di stucchi e affreschi con un capolavoro scultoreo collocato sopra l’altare.
18 - LA CAPPELLA MANIN
XVIII - Omaggio alle chiese natie: la Cappella Manin. Si trova accanto al palazzo Torriani ed è un vero gioiello dell’architettura barocca, senz’altro l’opera più significativa nel suo genere di tutto il Friuli Venezia Giulia.
19 - LA CHIESA DI SAN VALENTINO
XIX - Omaggio alle chiese natie: San Valentino. Dall'aspetto pacato e armonioso, pur senza eccessive pretese, la chiesa è stata ristrutturata nel 2005-06, dopo alcuni anni di relativo degrado e ritrovato il primitivo splendore.
XX - Omaggio alle chiese natie: Sant’Antonio da Padova. In stile neogotico è la chiesetta di Sant’Antonio nota un tempo come chiesa di San Valentino e che molti giovani ancora oggi confondono con la vera chiesa di San Valentino.
21 - IL TEMPIO OSSARIO
XXI - Omaggio alle chiese natie: il Tempio Ossario. Non è bello, o a noi, almeno, non è mai parso bello; imponente, questo sì: incredibilmente solido, massiccio, grandioso, a suo modo eroico, d’un eroismo intriso di retorica.
XXII - Omaggio alle chiese natie: le Zitelle. La chiesa della Presentazione di Maria al Tempio o delle Zitelle è uno degli edifici religiosi più interessanti, meglio conservati a Udine ma al tempo stesso uno dei meno conosciuti.
23 - LA CHIESA DI SANTO SPIRITO
XXIII - Omaggio alle chiese natie: Santo Spirito. La chiesa di Santa Elisabetta, o di Santo Spirito, è la chiesa del convento delle suore Ancelle della Carità, in cui si celebra la santa Messa secondo "il Vetus Ordo tridentino".
24 - LA CHIESA DI SAN BERNARDINO
XXIV - Omaggio alle chiese natie: San Bernardino. Seminascosta da un maestoso "Cedrus deodara", la chiesa di San Bernardino da Siena, è la chiesa del seminario arcivescovile, e quindi non ha mai avuto una funzione parrocchiale.
XXV - Omaggio alle chiese natie: San Gaetano da Thiene. Si trova in via Scrosoppi ed è la cappella del convento delle suore della Provvidenza, una congregazione fondata dal santo, di cui la via reca il nome: don Luigi Scrosoppi.
XXVI - Omaggio alle chiese natie: la chiesa del Tomadini. San Girolamo Emiliani e che chiesa è? Dove si trova? la storia di monsignor Francesco Tomadini è esemplare di come si perdano velocemente i ricordi del proprio passato.
27 - LA CHIESA DEL RENATI
XXVII - Omaggio alle chiese natie: la chiesa del Renati. L’istituto Renati è un pezzo di storia di Udine: la sua chiesa, oggi sede di una comunità ortodossa fu costruita nel 1762 e dedicata alla Beata Vergine della Misericordia.
28 - LA CHIESA DEL CRISTO
XXVIII - Omaggio alle chiese natie: il Cristo. La chiesa del Cristo? Anticamente aveva sede in largo Ospedale Vecchio di fronte alla chiesa di San Francesco, nel 1927 fu trasferita nella sede attuale in via Marsala a Gervasutta.
29 - LA CHIESA DI SAN GIUSEPPE
XXIX - Omaggio alle chiese natie: San Giuseppe. Realizzata nel 1962, non sarà un capolavoro, ma non è nemmeno “buttata lì”, perchè tenta di dialogare col paesaggio, che è appunto, un paesaggio di periferia di "tipo moderno".
XXX - Omaggio alle chiese natie: la cappella della Quiete. Non avremmo mai immaginato che un giorno avremmo scritto a proposito di una chiesa che, quando abitavamo in quella città (Udine), non sapevamo neppure che esistesse.
XXXI - Omaggio alle chiese natie: San Rocco. Costruita ad aula rettangolare e rialzata rispetto il piano stradale nel 1510, quindi ha più di 500 anni, è orientata nel senso tradizionale con l’abside a Est e la facciata ad Ovest.
32 - LA CHIESA DI SAN GOTTARDO
XXXII - Omaggio alle chiese natie: San Gottardo. Una chiesa dedicata a San Gottardo esisteva già ai tempi del Patriarcato di Aquileia nel 1335 e fu un santo bavarese, che molto si adoperò per diffondere la "riforma cluniacense".
33 - LA CHIESA DI SANT'OSVALDO
XXXIII - Omaggio alle chiese natie: Sant’Osvaldo. La chiesa di Sant’Osvaldo di Northumbria sorge in un quartiere periferico della città ed equivaleva ad alludere al manicomio che vi era stato costruito fra il 1902 e il 1904.
XXXIV - Omaggio alle chiese natie: San Marco. La chiesa di San Marco Evangelista è moderna, relativamente parlando, perché nel 2018 ha compiuto esattamente centoventi anni, ma le sue origini sono antiche e risalgono al 1300.
XXXV - Omaggio alle chiese natie: Sant’Andrea. La chiesa di Sant’Andrea Apostolo è semplice e tuttavia elegante: tutto l’insieme è armonioso in stile neoclassico della fine del XVIII, ma le origini sono molto antiche del 1200.
36 - S. MARIA DELLA MISERICORDIA
XXXVI - Omaggio alle chiese natie: Santa Maria della Misericordia. Vero scrigno di opere d'arte del Novecento, è la chiesa che si trova all’interno dell’Ospedale di Udine, le cui origini sono antiche e risalgono al XIII secolo.
XXXVII - Omaggio alle chiese natie: Cappuccini di via Chiusaforte. I Cappuccini erano giunti a Udine nel 1564 fondando un convento ma la loro storia è un doppio fallimento sul piano religioso e su quello artistico e urbanistico.
38 - LA CHIESETTA DELLA PIETA'
XXXIII - Omaggio alle chiese natie: la Pietà in piazzale Cella da non confondere con quella di Santa Maria della Pietà, era un edificio sacro molto amato dagli abitanti del borgo Grazzano e specialmente dai devoti della Vergine.
39 - LA BEATA VERGINE DI FATIMA
XXXIX - Omaggio alle chiese natie: Beata Vergine di Fatima. La chiesa è in "stile moderno", con la facciata quasi disadorna, fu consacrata nel 1959 e riflette certe spinte innovative, tipiche degli anni precedenti il Concilio.
XL - Omaggio alle chiese natie: San Paolino d’Aquileia. San Paolino fu uno dei padri spirituali dell’Europa. La chiesa sorge lungo il viale Trieste ed è stata costruita fra il 1964 e il 1971 negli anni a cavallo del Concilio.
41 - SACRO CUORE DI GESU'
XLI - Omaggio alle chiese natie: Sacro Cuore di Gesù. La chiesa del Sacro Cuore di Gesù e San Valentino del 1925 è una chiesa moderna che sorge in uno spiazzo alla fine del cavalcavia Simonetti di fronte la caserma Spaccamela.
42 - SAN GIOVANNI BOSCO, IL BEARZI
XLII - Omaggio alle chiese natie: San Giovanni Bosco. I salesiani arrivano nel 1939 ma "il Bearzi" è nato ufficialmente nel 1937 come istituto per orfani ed è così conosciuto dagli udinesi come pure la chiesa che ne fa parte.
43 - CHIESA DI SAN PIO X
XLIII - Omaggio alle chiese natie: San Pio X. Costruita nel 1961 sorge in un quartiere periferico di Udine ed è un tipico esempio delle contraddizioni in cui si è messa la chiesa oggi in merito all'accoglienza dei profughi.
44 - SAN PIETRO E PAOLO A COLUGNA
XLIV - Omaggio alle chiese natie: Pietro e Paolo a Colugna. Con la chiesa parrocchiale di Colugna, del XIII ristrutturata nel 1700 usciamo, sia pure di poco dal territorio comunale di Udine per passare in quello di Tavagnacco.
45 - S.GIOVANNI BATTISTA DI GODIA
XLV - Omaggio alle chiese natie: Godia, S. Giovanni Battista. A Udine nella frazione di Godia, un toponimo che tradisce l’origine germanica e altomedievale, troviamo la stupenda settecentesca chiesa di San Giovanni Battista.
XLVI - Omaggio alle chiese natie: San Giacomo a Beivars. La chiesa di San Giacomo Apostolo a Beivars è stata fondata nel XVI secolo, ma sembra che risalga addirittura al 1200: qui a Beivars è come se il tempo si fosse fermato.
XLVII - Omaggio alle chiese natie: San Martino a Passons. Passons è all’estremo hinterland occidentale di Udine, la sua chiesa risale al 1756 quando venne consacrata, ma si era già il terzo edificio sacro che sorgeva nel sito.
48 - LAIPACCO BEATA V. DEL ROSARIO
XLVIII - Omaggio alle chiese natie: Laipacco, la Beata Maria Vergine del Rosario. La chiesa di Laipacco, è una chiesa relativamente nuova: venne costruita infatti nel 1929, il che vuol dire che non ha neanche novant'anni.
49 - SAN MARTINO A CUSSIGNACCO
XLIX - Omaggio alle chiese natie: S.Martino a Cussignacco. La chiesa sorge al centro di una piccola piazza e si presenta semplice ma con linee armoniose: risale al XIII secolo anche se l’edificio attuale ha poco più di 200 anni.
50 - S.CROMAZIO VILLAGGIO DEL SOLE
L - Omaggio alle chiese natie: San Cromazio villaggio del Sole. La chiesa di San Cromazio di Aquileia l’unica chiesa al mondo che sia dedicata a questo santo, è la parrocchiale del Villaggio del Sole quartiere popolare di Udine.
51 - S.MARIA VERGINE DELLA SALUTE
LI - Omaggio alle chiese natie: Santa Maria Vergine della Salute. Consacrata il 5 novembre del 1914 la chiesa sorge in Via Cormor Alto a Udine e ha sostituito una precedente cappella, ormai insufficiente alla comunità del 1874.
52 - CHIESA DI GESU' BUON PASTORE
LII - Omaggio alle chiese natie: Gesù Buon Pastore. Un classico esempio di una chiesa che non è una chiesa anche se pretende di esserlo e ben simboleggia lo sbandamento di tanta parte del clero e dei fedeli negli ultimi decenni.
LIII - Omaggio alle chiese natie: S. Anna a Paparotti. Inaugurata e dedicata alla madre di Maria il 25 giugno'94 spicca per una sgraziatissima serie di matrioske o meglio dei tetti moltiplicati per 3 stile capannoni industriali.
54 - OMAGGIO ALLE "NON CHIESE" NATIE
LIV - Omaggio alle chiese natie: Assunzione B. V. Maria. Alla fine ci siamo arrivati abbiamo lasciato per ultime le due chiese che più ci rattristano architettonicamente e spiritualmente: l'Assunzione B.V. Maria e San Domenico.
55 - SAN DOMENICO: UNA"NON CHIESA"
LV - Omaggio alle chiese natie: San Domenico. Come quella dell’Assunzione della B. Vergine Maria, questa è una chiesa che non è una chiesa cattolica, che non vuol essere tale ma essere un tempio modernista e così è stata pensata.
56 - LA SUSSIDIARIA DI SANT'ANNA
LVI - Omaggio alle chiese natie: la sussidiaria di S. Anna. Un piccolo edificio di culto ricavato da una semplice abitazione privata? I cristiani devono ricordarsi che il Sacrificio eucaristico non è un diritto, ma una "grazia".
57 - SAN BERNARDO A GODIA
LVII - Omaggio alle chiese natie: San Bernardo a Godia. E' la chiesa più originale di tutte le altre chiese di Udine e viene citata già in un documento del 1284: un tempo in cui Dante non aveva ancora composto La Divina Commedia.
LVIII - Omaggio alle chiese natie: Santa Maria degli Angeli. La chiesa è la meno conosciuta fra gli stessi udinesi, fatta eccezione ovviamente, per quelli del quartiere Baldasseria: in stile neoclassico fu costruita nel 1830-31.
59 - SAN PAOLO APOSTOLO
LIX - Omaggio alle chiese natie: San Paolo Apostolo. È stata costruita e subito eretta a parrocchia nel 1971 e con questa chiesa torniamo a parlare purtroppo delle brutte chiese di periferia costruite nel periodo postconciliare.
LX - Omaggio alle chiese natie: il Cristo, in via Marsala. La chiesa con campanile a punta ha una facciata in mattoni rossi "faccia a vista" ed è stata realizzata nel 1927 su progetto dell’architetto Zanini in stile neoromanico.
LXI - Omaggio alle chiese natie: la nuova di San Rocco. Del 1964 questa bruttissima chiesa, la cui facciata farebbe pensare più a uno stadio o a un teatro, ma non certo a un edificio sacro è dell’architetto Tiziano Dalla Marta.
62 - S.GIOVANNI BATTISTA AL FAMEDIO
LXII - Omaggio alle chiese natie: nel cimitero di San Vito. "Famedio". L'imponente e neoclassica chiesa di San G. Battista, nel cimitero San Vito di Udine prospetta sul centro del colonnato a semicerchio e fu iniziata nel 1817.
63 - IL COLLEGIO DELLE DIMESSE
LXIII - Omaggio alle chiese natie il collegio delle Dimesse. E' una piccola oasi di pace: la sobria facciata della chiesa si affaccia sul cortile interno e l'ordine è stato fondato nel lontano 1579 dal Venerabile Antonio Pagani.
64 - TEMPIETTO DI SAN GIOVANNI
LXIV - Omaggio alle chiese natie: tempietto di S. Giovanni. L’intera sua vicenda nei 5 secoli della sua storia a noi nota pare una sintesi della vicenda assai più vasta che ha coinvolto la Chiesa, la società italiana ed europea.
LXV - Omaggio alle chiese natie: San Leonardo. La chiesetta di San Leonardo era la cappella gentilizia del palazzo Arcoloniani, poi più tardi palazzo Codroipo e Gropplero, edificata, come dice una iscrizione nel lontano 1363.
LXVI - Omaggio alle chiese natie: San Vincenzo de’ Paoli. Oggi ceduta alla comunità serbo-ortodossa è un po’ una "chiesa fantasma", benché l’Opera di San Vincenzo sia presente nel capoluogo friulano da ben centosessanta anni.
67 - B.V. DELLA MEDAGLIA MIRACOLOSA
LXVII - Omaggio alle chiese natie: la B. V. Immacolata della Medaglia miracolosa. Intitolata alla Madonna apparsa in Rue du Bac, a Parigi, nel 1830 la sua facciata è uguale a quella del collegio Tomadini: come due gocce d’acqua.
LXVIII - Omaggio alle chiese natie Santa Maria Maddalena. Era una bella chiesa settecentesca ristrutturata dall’architetto veneziano Domenico Rossi la cui demolizione negli anni ’20 fu una specie di crimine perfettamente legale.
69 - S.FILIPPO NERI IN VIA PREFETTURA
LXIX - Omaggio alle chiese natie: intermezzo in via della Prefettura. Anch'essa aveva la sua chiesa l’oratorio dei Filippini un tempo Udine era piena di chiese, di conventi e istituti religiosi come poi si è riempita di caserme.
70 - L'EX CHIESA DI SANTA LUCIA
LXX - Omaggio alle chiese natie: Santa Lucia. Risalente al 1300 e sconsacrata da tantissimo tempo, l’impianto attuale è del 1500 con rifacimenti successivi ed era sede di una importante confraternita e di un convento di monache.
71 - SAN FRANCESCO DELLA VIGNA
LXXI - Omaggio alle chiese natie: S. Francesco della Vigna. Il convento di via Cussignacco, dotato di 2 chiostri, è stato soppresso, mentre la chiesa, sconsacrata e semidistrutta da un incendio, è caduta in stato di abbandono.
72 - VECCHIA CHIESA DI SAN NICOLO'
LXXII - Omaggio alle chiese natie: la vecchia S.Nicolò. La chiesa di San Nicolò era l’ultima edificata sullo stesso luogo nel 1879 dopo una prima del XIV secolo. Fu demolita nel 1933 spostando la denominazione al Tempio Ossario.
LXXIII - Omaggio alle chiese natie: Francescane del S. Cuore. E' una cappella privata all’interno di un convento di religiose e ben pochi udinesi, a nostro credere, ne conoscono l'esistenza, tranne forse le ragazze del convitto.
74 - CHIESA DI SS. PIETRO E PAOLO
LXXIV - Omaggio alle chiese natie: SS. Pietro e Paolo. Del 1300, venne demolita definitivamente nel 1953 e gli udinesi che hanno settant’anni o più, la ricorderanno in Piazzetta del Pozzo, sul lato interno di Porta Aquileia.
75 - S.LAZZARO "BORGO SENZA CHIESA"
LXXV - Omaggio alle chiese natie: San Lazzaro. Lebbrosario e chiesa furono costruiti nel 1285 e in seguito demoliti. Il Borgo "senza chiesa" rimane però come un caro ricordo nella memoria di quanti l‘hanno visto negli anni ’60.
76 - LA CHIESA DI SANT'ERMACORA
LXXVI - Omaggio alle chiese natie: Sant’Ermacora. Ex-cappella gentilizia, riconoscibile sul lato sinistro della facciata del palazzo dell'ex caserma "Gerolamo Savorgnan", è stata sconsacrata fin dal 1836 e smantellata nel 1864.
LXXVII - Omaggio alle chiese natie: San Tommaso. Fu voluta dal notaio Giovanni delle Messe nel 1410, "venduta" nel 1810 e solo nel 1931 ne venne decretato l’abbattimento, per aprire la via Nazario Sauro, che allora non esisteva.
78 - SAN PIETRO APOSTOLO
LXXVIII - Omaggio alle chiese natie: San Pietro Apostolo. Era la cappella gentilizia del palazzo Polcenigo-Garzolini, in borgo Gemona, che ha ospitato per tanti anni il Collegio di Toppo-Wassermann una vera istituzione cittadina.
LXXIX - Omaggio alle chiese natie: S. Lorenzo Giustiniani. I Barnabiti avevano un collegio nel cuore di Udine, già a partire dalla fine del 1600 e naturalmente avevano anche una loro chiesa, dedicata al "grande santo veneziano".
LXXX - Omaggio alle chiese natie: San Bartolomeo. Cappella di palazzo Gubertini e costruita nel 1451 all’angolo di via Manin resistette fino al 1810 quando insieme ad altre cadde sotto il piccone delle soppressioni napoleoniche.
81 - LA CHIESA DI SANTA GIUSTINA
LXXXI - Omaggio alle chiese natie: Santa Giustina. Edificata nel lontano 1571 dai cappuccini, in quella che oggi si chiama via Tiberio Deciani, è una delle chiese di Udine di cui gli udinesi hanno completamente perso la memoria.
82 - CHIESA SS. DOMENICO E CATERINA
LXXXII - Omaggio alle chiese natie: SS. Domenico e Caterina. In stile barocco seicentesco resistette per circa 2 secoli alle alterne vicende degli uomini, ma non superò la prova delle soppressioni decretate dal Regno d’Italia.
83 - LA CHIESA DI SANTA BARBARA
LXXXIII - Omaggio alle chiese natie: Santa Barbara. Una pagina tremenda della storia cittadina. La chiesa oggi non più esistente era in piazza dei Grani ed era la cappella di Palazzo Torriani che non va confuso con quello Manin.
LXXXIV - Omaggio alle chiese natie San Pietro in Tavella si prova un senso di vertigine nel considerare quanto antiche sono le nostre chiese e i suoi ordini religiosi quanto venerande sono le radici cristiane delle nostre città.
85 - LA CHIESA DI SANTO STEFANO
LXXXV - Omaggio alle chiede natie: Santo Stefano. Era la cappella privata del palazzo Savorgnan e sorgeva all’angolo di piazza Venerio (nata dalla sua demolizione e ordinata dal governo veneziano) con l'attuale via dei Calzolai.
LXXXVI - Omaggio alle chiese natie: "la cappella Della Porta". E' una cappella privata del bellissimo palazzo nobiliare Della Porta-Masieri, in via Treppo, nel cuore della vecchia Udine e che solo pochissimi udinesi hanno visto.
LXXXVII - Omaggio alle chiese natie: via Cisis, 2° intermezzo. Una moderna fiaba: da un fatiscente palazzo emerge un affresco, un dipinto devozionale in stile popolaresco che reca la data del 1707 cioè antico di più di 3 secoli.
88 - LA CAPPELLA ARCIVESCOVILE
LXXXVIII - Omaggio alle chiese natie: la cappella arcivescovile. Realizzata nel 1593 dall’arcivescovo F. Barbaro, il suo aspetto attuale risale al 1710 per iniziativa del Dolfin, che ha dato al palazzo il suo aspetto definitivo.
89 - LA CAPPELLA DI CASA ASQUINI
LXXXIX - Omaggio alle chiese natie: la cappella di casa Asquini-Pavona. E' un piccolo gioiello di architettura sacra: una cappella privata magnificamente decorata che è un vero scrigno nascosto di notevolissimo valore artistico.
XC - Omaggio alle chiese natie: la Madonna di via Piave. Quando i cambiamenti nel volto del paesaggio urbano sono la manifestazione esteriore di mutamenti assai più profondi, che riguardano la dimensione culturale e spirituale.
91 - LA MADONNA DI VIA TORRIANI
XCI - Omaggio alle chiese natie: la Madonna di via Torriani. Una lieta scoperta, improvvisa e commovente: all’imbocco di via Torriani, sull’angolo dell’antico palazzo, una bella "edicola religiosa", dedicata alla Vergine Maria.
XCII - Omaggio alle chiese natie: la Madonna di via Manin. La meravigliosa Madonna col Bambino di Carlo da Carona (1520), che spicca al centro del prestigioso Palazzo Mantica oggi divenuto sede della Società Filologica Friulana.
93 - SANTA CATERINA D'ALESSANDRIA
XCIII - Omaggio alle chiese natie: S. Caterina d’Alessandria. E' un modesto edificio di dodici metri per otto con affreschi del 1200 e 1300; e sorge geograficamente appena fuori del comune di Udine in quello di Pasian di Prato.
XCIV - Omaggio alle chiese natie: la Madonna di Chiavris. L'edicola commovente, nella sua semplicità e alta quanto una persona, che ai nostri occhi ingentilisce l’intero piazzale e gli conferisce un aspetto amichevole e devoto.
95 - IL CONVENTO DI SANT'AGOSTINO
XCV - Omaggio alle chiese natie: il convento di S. Agostino. Costruito nel 1448 per iniziativa della beata Elena Valentinis espropriato nel 1806 dal Regno Italico passò all’esercito nel 1899, oggi sede della caserma Di Prampero.
96 - LA CAPPELLA DEL SEMINARIO
XCVI - Omaggio alle chiese natie: "la cappella del Seminario". Dallo stato di salute di un seminario si capisce al primo sguardo lo stato di salute morale e religiosa di una città e diocesi: "l'ex grandioso seminario di Udine".
97 - LA VECCHIA CHIESA DI SAN QUIRINO
XCVII - Omaggio alle chiese natie la vecchia San Quirino:"La chiesa oltraggiata". Una chiesa non deve piacere agli amanti dell’architettura moderna ma ai fedeli che devono trovare un ambiente religioso confacente alla loro fede.
98 - LA CAPPELLA DI SAN NICOLO'
XCVIII - Omaggio alle chiese natie: la cappella di S. Nicolò. E' all'interno del Duomo di Udine ed è situata dietro l’ampio spazio del presbiterio, sotto la possente torre campanaria, sul lato nordoccidentale del Duomo medesimo.
XCIX - Omaggio alle chiese natie: la Sacrestia del Duomo. L’insieme della sacrestia del Duomo è formato da ben quattro stanze l’aula dei Mansionari, l’aula dei Canonici, l’aula delle Vestizioni e il Coro invernale o coro Jemale.
100 - LA CAPPELLA DELLA OSOPPO
C - Omaggio alle chiese natie: la cappella della Osoppo. Quella che è stata una delle più grandi caserme dell’Esercito è oggi in totale stato di abbandono. La cappella della caserma era in un locale qualsiasi senza arredi sacri.
101 - UNA RIFLESSIONE CONCLUSIVA
CI - Omaggio alle chiese natie: una riflessione conclusiva. Un "vero" termometro di civiltà: è stato un duplice viaggio nello spazio e nel tempo che ci ha permesso di misurare quanto sia cambiata la società negli ultimi decenni.
102 - LE CHIESE DI UDINE: COMMIATO
CII - Omaggio alle chiese natie: commiato. Il nostro viaggio è terminato: potendo ora fare un bilancio sulla nostra città attraverso l’arte, la storia e la civiltà cattolica siamo giunti all’amara conclusione che è fallimentare.
Chiese neomoderniste del Concilio Vaticano II ?
Con la chiesa di San Domenico, e soprattutto con quella dell’Assunzione della Beata Vergine Maria siamo in piena rottura con la Tradizione; qui si sente la pretesa, superba, eretica, di creare una nuova chiesa, di dar vita a un nuovo culto, sempre fondato sul Vangelo, ma solo a parole: un altro vangelo, evidentemente. Se davanti a certe chiese entriamo malvolentieri, e in altre entriamo con una stretta al cuore, sforzandoci di trovare Dio nonostante la bruttezza quasi offensiva, di fronte a una chiesa che "non è una chiesa", ci rifiutiamo di entrare !
GALLERIA FOTOGRAFICA
S A L U T I D A U D I N E E D A L F R I U L I
U N A S T O R I C A G A L L E R I A F O T O G R A F I C A
D E I L U O G H I P I U' S I G N I F I C A T I V I
D I U D I N E E D E L F R I U L I V E N E Z I A G I U L I A
L E M A P P E G E O G R A F I C H E D ' E P O C A
Udine in periodo Medioevale
S A L U T I D A U D I N E
I M I T I D I U D I N E
Q U A D R I E S T A M P E A N T I C H E
La chiesa di San Giovanni in Piazza Libertà.
L E P O R T E S T O R I C H E
D E L L A C I T T A' D I U D I N E
Porta San Lazzaro
Torre di Porta Villalta
C A R T O L I N E D ' E P O C A D I U D I N E
La storica piazza del mercato con la chiesa di San Giacomo
Il duomo
La roggia (oggi interrata)
Sant'Antonio da Padova a fine '800 prima del restauro
I M M A G I N I D E L L A C I T T A' D I U D I N E
E L E S U E C H I E S E O G G I
San Cristoforo
Santa Maria di Castello.
Il Duomo di Udine oggi
Chiesa delle Zitelle
San Pietro Martire
La Madonna delle Grazie
I M M A G I N I D I U D I N E E I L F R I U L I
N E L V E N T E N N I O F A S C I S T A
Sant'Ermacora e il comando tedesco
U D I N E A C A V A L L O D E G L I A N N I '50 E '60
Piazza I Maggio
Viale Leopardi
Piazza Oberdan
Porta Villalta negli anni '60
Piazzale D'Annunzio con la prospettiva di viale Leopardi
Piazzale D'Annunzio con la prospettiva di viale Leopardi
I Giardini Ricasoli con il Palazzo Antonini-Belgrado
Piazza Venerio negli anni '50 usata come stazione delle corriere
U D I N E E I L F R I U L I N E I P E R I O D I B E L L I C I
L ' O C C U P A Z I O N E A U S T R I A C A E
I B O M B A R D A M E N T I
Popolazione friulana in fuga dopo la rotta di Caporetto
Udine bombardata
Sant'Osvaldo distrutta dai bombardamenti
Il poeta gradese Biagio Marin con la moglie nella Grande Guerra
I L T R E M E N D O T E R R E M O T O D E L 1976
Il Duomo di Gemona: dopo la ricostruzione "dov'era, com'era"
S A L U T I D A L I G N A N O S A B B I A D O R O
I L F R I U L I L A C A R N I A E I L S U O F O L C L O R E
Costumi tradizionali friulani
Costumi tradizionali friulani e della Carnia
Altri costumi tradizionali friulani e della Carnia
S A N T U A R I
C A R T O L I N E D E V O Z I O N A L I
E R E L I G I O S E
Il Collegio di Toppo-Wassermann in via Gemona
Il prof. Francesco Lamendola è nato a Udine il 31 ottobre 1956. Laureato in Materie Letterarie e in Filosofia, è abilitato in Lettere, in Filosofia e Storia, Filosofia e Pedagogia, Storia dell’Arte, Psicologia Sociale. Insegna nell’Istituto Superiore “Marco Casagrande” di Pieve di Soligo e ha pubblicato una decina di volumi tra saggi storici, musicali, filosofici, di poesia e di narrativa, di cui ricordiamo “Galba, Otone, Vitellio. La crisi romana del 68-69 d.C.”, “Il genocidio dimenticato. La soluzione finale del problema herero nel sud-ovest africano”, “Metafisica del Terzo Mondo”, “L’unità dell’Essere”, “La bambina dei sogni e altri racconti”, “Voci di libertà dei popoli oppressi.” Fogli Sparsi (E-Book). Collabora con numerose riviste scientifiche (tra cui “Il Polo” dell’Istituto Geografico Polare e “L’Universo” dell’Ist. Geogr. Militare) e letterarie, su cui ha pubblicato diverse migliaia di articoli e ai siti internet “Arianna Editrice”, “Edicola Web” , Acta Apostaticae Sedis, ”Libera Opinione”, l’Istituto Studi delle Venezie ed è presidente dell’Accademia Adriatica di Filosofia “Nuova Italia” che edita l’omonima rivista in cui è presente aggiornato il suo archivio articoli. Ha tenuto e tiene conferenze per la Società “Dante Alighieri” di Treviso, per l’”Alliance Française”, per l’Associazione Italiana di Cultura Classica, per l’Associazione Eco-Filosofica, per l’Istituto per la Storia del Risorgimento, “Alfa e Omega”, “Il pensiero mazziniano” e per varie Amministrazioni Comunali, oltre alla presentazione di mostre di pittura e scultura.
Vedi anche:
RELATIVISMO LECTIO MAGISTRALIS
La conferenza con il prof. Francesco Lamendola dal titolo: “La questione della verità nella cultura del Relativismo". La verità è morta nella "dittatura della menzogna": senza la verità tutto precipita nel caos, nell’anarchismo stabilito per decreto
I VIDEO DEL PROF. FRANCESCO LAMENDOLA
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