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LA LEGA E LA SICILIA
Le opinioni eretiche
di
Michele Rallo
Caro Direttore,
ho letto con interesse il tuo editoriale della settimana scorsa, e voglio provare anch’io a rispondere all’amico che, al bar, ti chiedeva: ma come fanno i siciliani a votare Lega?
Naturalmente, è la mia risposta, senza la pretesa di impartire lezioni a chicchessia. Ma è la risposta di un testimone diretto. Io con la Lega delle origini, quella di Bossi, ho avuto non pochi scontri in parlamento, talora al limite dello scontro fisico. Una volta me la sono anche vista brutta, e solamente l’intervento dei commessi d’aula mi ha risparmiato un “incontro ravvicinato” con un folto gruppo di deputati leghisiti: episodio – dirò per inciso – che è stato documentato dalle telecamere della RAI.
Eppure, io sono uno di quei siciliani che da diversi anni votano Lega, sia pure “tradendola” talora con Fratelli d’Italia. Come mai? Non certo perché affascinato dal potere. Sai bene che non è il mio caso. Dal potere sono sempre stato lontano, anche quando mi sono trovato vicinissimo alla stanza dei bottoni.
La malìa del potere, invece – e qui sono d’accordo con te – è probabilmente all’origine delle scelte della solita ciurma di “moderati” siciliani, della palude centrista, di quei personaggi in cerca d’autore che decidono volta per volta con chi stare, a seconda di dove soffi il vento: ieri con Crocetta – per esempio – e oggi con Musumeci. È un atteggiamento che ben conosciamo, che non nobiliterei nemmeno con il termine di “gattopardismo”.
La Lega “nazionale” di Salvini è sostanzialmente un partito nuovo che nulla a che dividere con la vecchia Lega “per l’indipendenza della Padania” di Umberto Bossi !
Dunque – e torniamo a bomba – cercherò di rispondere alla domanda sul perché del sostegno (crescente) dei siciliani alla Lega. Il primo motivo è che la Lega “nazionale” di Salvini è sostanzialmente un partito nuovo. Nulla a che dividere con la vecchia Lega “per l’indipendenza della Padania” di Umberto Bossi. Quella era una congrega localista, dagli obiettivi limitati e dagli orizzonti angusti, rozza come il suo capo, incapace di rendersi conto dei profondi mutamenti in atto sulla scena mondiale. Questa, invece, è un moderno partito nazionalista, come i grandi partiti delle Destre europee, con un progetto politico che va ben al di là degli angusti confini di una inesistente Padania, e perfettamente in grado di comprendere cosa si stia muovendo in Europa e nel mondo. Non per nulla, gli esponenti della vecchia Lega “padana” si sono contrapposti a Salvini, tentando fino all’ultimo di frenarne l’ascesa.
Il secondo motivo è – se così posso dire – di “politica interna” al centro-destra. Salvini, insieme a Giorgia Meloni, rappresenta il ripudio dei vecchi equilibri moderati e filo-Unione Europea di un berlusconismo agli sgoccioli, che era diventato una palla al piede per tutto lo schieramento.
Ci sarà un “asse Salvini-Meloni”?
Il terzo motivo, il più importante, è l’approccio radicale al tema dell’immigrazione. Salvini interpreta perfettamente il pensiero della stragrande maggioranza degli italiani, che è contrario, totalmente e radicalmente contrario alla invasione migratoria. Al punto da ignorare anche le prediche del Papa.
L’ultimo motivo – infine – è Salvini stesso, il suo essere schietto, diretto, il suo mantenere le promesse, il suo decisionismo, ed anche la sua lealtà verso un partner di governo che gli è più di impaccio che altro.
Certo – rovescio della medaglia – Matteo Salvini è forse un po’ troppo ruspante, sconta l’essere cresciuto alla scuola di un partito di non lunghe tradizioni e di non eccelsa cultura politica, quale era la Lega bossiana. Secondo me, riuscirà a dare il meglio di sé soltanto in accoppiata con soggetti politici che siano in grado di colmare quelle sue lacune. Certo, non in cordata con il grillismo incolto e pasticcione, ma insieme – per esempio – ad una Giorgia Meloni, che ha tutto ciò che a lui manca.
Su queste pagine – da cinque anni a questa parte – ho parlato spesso di un “asse Salvini-Meloni”, auspicando che potesse archiviare in fretta un Berlusconi malinconicamente avviato sul viale del tramonto. Ebbene, sono convinto di aver visto giusto. E sono convinto che larghi settori dell’opinione pubblica siciliana condividano questa visione.
Nell’attesa di un nuovo “contratto di governo”. E, questa volta, fra Matteo Salvini e Giorgia Meloni.
Del 07 Febbraio 2019
Allegato Pdf
RALLO - La Lega e la Sicilia (311).pdf
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