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PONTE MORANDI: “FAVOLE E SUPPOSTE”
La demolizione “Basko” e il fulmine della “Provvidenza”
di
Andrea Cometti
Elementare Watson! sbotterebbe Sherlock Holmes.
Grazie al meticoloso lavoro del Pm di Genova Francesco Cozzi, l’arcano mistero del crollo del Ponte Morandi, sembra praticamente risolto!
I colpevoli? Una trentina di sbadati funzionari, debitamente avvisati “di indagini a loro carico”, un devastante e mai visto “Mega-fulmine castigatore”, ma soprattutto quei 43 incauti poveretti che si trovavano: “nel posto sbagliato, al momento sbagliato”!
Ora, stante al video chiarificatore, confezionato e consegnato alla stampa, dichiarandolo “genuino” dalla stessa magistratura: se la sono proprio cercata quei 43 intrepidi viaggiatori: “Ma come si fa a voler passare su un ponte, durante la sua demolizione controllata, nonostante gli addetti alla sicurezza, hanno diligentemente cercato di fermarli in tutti i modi?”.
La demolizione “Basko” e il fulmine della “Provvidenza”: quale verità?
Questo è quanto emergerebbe da detto video, commentato dal solito complottista di turno, tale Rosario Marcianò, per il quale quei 43 temerari erano dei veri aspiranti suicidi, essendo stata “L’operazione safety car del camioncino Basko”, studiata nei minimi particolari, (Mega-fulmine della provvidenza compreso), per fare “nessuna vittima”.
E invece no, aggiungiamo noi nell’ipotetica lettura genovese, qualcosa sembra essere andato storto e ci è scappato il morto, anzi i morti. Pazienza! verranno ricordati nel “Monumento funebre”, già predisposto dal generoso senatore a vita Renzo Piano.
Dopo il Ponte Morandi: il “Ponte Piano”, basta esser certi del numero delle vittime e il manufatto è già bello e che pronto, “regalato” a tempo di record dal mecenate genovese, con relativi numeri di “piloni commemorativi”.
Insomma a un mese dalla “Demolizione Basko” di Marcianò, sapientemente "etero diretta" dagli impeccabili manovali della stampa, si pensa solo alla Ricostruzione, con la erre maiuscola.
Ma - per chi ha voluto notarli -, hanno anche, impressionato, in questo “mese genovese”, le aperture di molti Tg con notizie relative a “fulmini e saette”, che colpiscono monumenti o demoliscono case e campanili: tutte saettine figlie del “Mega-fulmine della provvidenza” che ha demolito il Ponte Morandi, ovviamente, e guarda caso “tutti solo questo mese”?
Ora però, si Ricostruisce, (sempre con la erre maiuscola) e bisogna dimenticare: Genova deve risorgere! Non c’è spazio per complottismi, fantasie o denigrazioni sui magliari di Treviso; i filmati pur “purgati” ci sono e le testimonianze pure, e verranno vagliate dall’integerrimo giudice Cozzi: il “Ponte Piano” deve partire al più presto, è la parola d’ordine, veicolata dalla stampa e dai Tg.
E comunque sia, il puntuale Pm Cozzi, ha dichiarato di possedere “l’intero filmato originale”, ma che finchè dovrà interrogare i testimoni, non potrà renderlo pubblico, per non influenzarli?
Basko un simbolo "casuale"?
Ottimo Cozzi, ne pregustiamo la visione, aspettando in religioso silenzio, con il giornalista Massimo Mazzucco, che ha giustamente paragonato il Ponte Morandi al nostro “11 settembre”, con altri disillusi giornalisti, ingegneri e docenti universitari un po’ scettici su “Mega-fulmini della provvidenza” o altro.
Da rassegnati sudditi, percepiremo le ennesime “favole e supposte” genovesi, magari addolcite con l’unguento degli angeli di papà Francesco, una supposta in più o una in meno, di questi tempi non ci cambia la vita, ma saremo felici ugualmente, nell’illusione di conoscere, una verità troppo scomoda “per essere di tutti”.
Per cui avanti tutta con il “Ponte Piano”, ma non troppo, piano.
Del 18 Settembre 2018
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