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IL CRISTIANO “MODERNISTA E RANCOROSO”
di
Francesco Lamendola
Il modernismo? Non esiste altro rimedio a questa patologia se non la metanoia, cioè una conversione, dall'orgoglio all'umiltà? Il modernismo, come il protestantesimo, è un'eresia che nasce dalla superbia e dall'orgoglio: la superbia di voler saltare qualsiasi mediazione fra l'uomo e Dio, l'orgoglio di non volersi sottomettere alla Tradizione - e, in ultima analisi, nemmeno a Dio.
L’orgoglioso “Modernista” è doppiamente peccatore: vuol essere da più dei sui simili, ma, in fondo, vorrebbe essere anche da più, o almeno al pari, di Dio. Non gli va giù che ci sia qualcuno che sta sopra di lui: gli sembra una intollerabile offesa alla sua dignità, una umiliazione cui ha il diritto e quasi il dovere di reagire.
Il modernista è un ex cristiano che ha perso la fede ma, per orgoglio, non lo vuole ammettere; non vuol confessare che gli è venuta mancare la cosa più preziosa, e allora sale in cattedra e parla di filologia, di storia, di aggiornamento pastorale, di dialogo, di ecumenismo, solo per nascondere il fatto essenziale: che ha perso la fede nella divinità di Gesù Cristo, che non sa o non può o non vuol vedere in Gesù altro che un uomo, un profeta, un maestro, una guida spirituale.
Il modernista non ammette che ci sia nessuno sopra di lui. Altro che farsi piccoli come i fanciulli.
Il modernista è un orgoglioso che si nasconde dietro i veli di grandi parole e che affetta una totale devozione verso i “poveri", ma non sa vedere la trave nel proprio occhio: la desolante povertà spirituale che lo affligge, frutto della superbia e dell'orgoglio…
Dall'articolo: "Guarire dall’orgoglio, rinascere nell’umiltà" - RINASCERE NELL'UMILTA' del 01 Dicembre 2018
Del 19 Aprile 2020
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